VITICOLTURA DI PRECISIONE

La ripresa aerea facilita la “lettura” del vigneto

Il termine “precisione” in viticoltura è già noto da svariati anni, sebbene non abbia ancora trovato una reale concretezza e diffusione applicativa nel comparto. Il significato preponderante che le è stato assegnato consiste in una attenta mappatura delle unità vitate e la conseguente maggiore precisione riguardo gli interventi colturali per ognuna di esse.

L’assistenza tecnica professionale in viticoltura ha oggi nuove opportunità tramite la fotografia in verticale dall’alto, resa possibile con i droni. L’elemento di rilevante importanza nella maggiore casistica, oltre la corretta diagnosi, è avere una mappatura ortogonale per forma e dimensione delle micro-aree interessate e poter così valutare la loro evoluzione negli anni successivi.

In collina, dove vi è grande eterogeneità di suoli nell’ambito degli stessi appezzamenti e non di meno riguardo ai microclimi dettati dalle differenti esposizioni il benessere vegetativo e produttivo delle viti deve essere analizzato settorialmente: l’unità vitata fine a sé stessa non è prevalente, in quanto soggetta a tante difformità di ambiente anche su superfici molto ristrette.

Le irregolarità che si rilevano si possono classificare secondo vari schemi:

  1. momento fenologico in cui si evidenziano i sintomi
  2. ritardi fenologici (germogliamento primaverile)
  3. anticipi fenologici (maturazione, lignificazione)
  4. irregolarità vegetative e produttive.

Gli interventi colturali che ne conseguono hanno sempre due obiettivi da perseguire:

  1. il recupero eventuale delle anomalie
  2. il rispetto della naturale fertilità e attitudine della micro-area in oggetto.

Questi due obiettivi sono basilari sia per il benessere e la longevità del vigneto sia per il rispetto dell’ambiente tramite un’agricoltura dal minor impatto possibile.

Oggi, la rilevazione fotografica dall’alto tramite l’impiego di droni fornisce dettagli di interpretazione assai utili; nello stesso tempo, ne consegue anche la possibilità di mappare con molta precisione le differenze e quindi agire in modo circostanziato su ognuna di esse.

Aree inaridite

Il caso documentato dall’immagine rivela zone in cui la vigoria delle viti è notevolmente ridotta a seguito delle particolari condizioni del suolo.

Oltre l’evidente difformità nei vigneti, può subentrare anche l’ulteriore progressivo indebolimento delle piante: superata una soglia critica, non sarà più possibile il parziale recupero. È in questo caso, importante la possibilità di intervenire in modo circostanziato solo sulle superfici interessate.

Ogni intervento colturale, infatti, agisce in modo differente in ragione dello stato fisiologico delle piante. Essendo. Come in questo caso, distanti i livelli di vigoria, quanto si opera per le piante deboli dovrà riguardare rigorosamente solo loro, al fine di conseguire in futuro una maggiore omogeneità dell’impianto.

Nel caso in oggetto, il germogliamento primaverile è omogeneo sull’intera superficie. Le sofferenze si manifestano dopo un certo livello di sviluppo vegetativo e con il sopraggiungere della riduzione di acqua. Il tutto si riconduce perlopiù alla fase di inizio maturazione e lignificazione. Il rilevamento aereo dovrà pertanto avvenire in questo particolare momento fenologico.

Questa sorta di patimenti sono da ricondurre alla scarsa efficienza dell’apparato radicale, in quanto limitato e con una colonizzazione tendenzialmente poco profonda.

Stimolare le piante con apporti di concimi minerali potrebbe sortire effetti più negativi che positivi. Il primo passo, invece, dovrebbe favorire lo sviluppo dell’intero complesso di radici, ossigenando il suolo in profondità con apporto di consistente quantità di sostanza organica matura. In essa, infatti, sono contenute sostanze utili per la rizogenesi e la maggiore quantità di ossigeno favorirà ancor più lo sviluppo in profondità delle giovani radici.

Intervento quindi di grande impatto che per prudenza potrebbe essere attuato nell’arco di due anni interessando filari alterni.

Alla stessa epoca, negli anni successivi, si potrà rilevare la positività del recupero tramite nuove riprese aeree, rilevando sia la tonalità del colore della vegetazione sia la riduzione delle superfici. La delimitazione grafica delle aree in oggetto ha il fine di poter intervenire in modo definito e di effettuare comparazioni corrette negli anni successivi. Riscontrato quindi il miglioramento in corso, potranno essere poi utili anche apporti minerali calcolati con cura per gli equilibri dei nutrienti e per le quantità dettate dal numero di viti.

Mappatura delle fallanze

Altra opportunità di un lavoro ben circostanziato alle esigenze del vigneto, riguarda il problema di grande attualità delle fallanze, indotte da morti causate da Mal dell’esca e Flavescenza dorata.

La piantumazione di nuove barbatelle diviene così una pratica ordinaria di manutenzione del vigneto. Purtroppo, però, quando le giovani piante richiederebbero le cure più attente, il maggior impegno dei viticoltori è rivolto a quelle in produzione. si vanifica così in gran parte l’opera intrapresa.

Le piccole risentono maggiormente della competizione con le erbe infestanti e della vicinanza di quelle in produzione.

L’immagine aerea consente di vedere con maggiore chiarezza la condizione del vigneto per meglio programmare le cure colturali localizzate alle singole giovani piante.

La mappatura sui singoli filari agevola detto lavoro rendendo più facile il raggiungimento delle rimesse.

Difformità fenologiche

Pratica di notevole interesse è la rilevazione annuale, ricorrente alla stessa epoca, al fine di verificare come la condizione stagionale del vigneto cambi nelle annate successive, in riferimento ai differenti andamenti climatici. Tutto questo, soprattutto quando sono evidenti elevate difformità fenologiche nello stesso vigneto.

Pratiche colturali differenziate sono quindi opportune, affinché la sofferenza non si traduca, nei futuri anni, in una maggiore sensibilità e predisposizione di quell’area del vigneto agli stessi fenomeni, ma più intensi.

Anomalie idrogeologiche

Un’annotazione è ancora opportuna per quanto concerne i dissesti idrogeologici. Non infrequenti nei vigneti, oggetto di consistenti movimenti di terra all’impianto e della costruzione di sistemi di drenaggio non sempre adeguati alla condizione del terreno. Dall’alto, da una distanza tra i 50 e i 100 metri, è possibile valutare meglio la complessità del terreno e le risposte della vegetazione in merito alla presenza di acqua sotterranea, sia di scorrimento sia di accumulo.

Gli interventi eventuali potranno essere così studiati seguendo due possibilità in ragione alla problematica che si evidenzia, da ottemperare singolarmente o in modo congiunto:

  1. allontanamento dell’acqua in eccesso
  2. lavoro colturale di recupero per le aree più aride.

La stagione ideale per detti studi corrisponde al tempo del cambiamento di colore delle foglie: più anticipato nelle aree dove l’acqua scarseggia e solitamente in ritardo dove si accumula.

Edoardo Monticelli

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