UN PIANTO PARTICOLARE
Dopo la potatura invernale, trascorse alcune settimane, può accadere che tornando nel vigneto si osservino particolari e vistose manifestazioni. Queste possono essere così evidenti da suscitare al viticoltore motivate preoccupazioni sulla salute delle sue piante, con particolare riferimento alla presenza di parassiti nuovi e temibili.
Fortunatamente, non sempre all’aspetto si accomuna l’eventuale entità negativa in forma direttamente proporzionale. Nel caso qui esposto, l’elemento negativo è marginale, non vi sono conseguenze di rilievo e ciò che si vede è solamente la conseguenza.
Trattasi di un prolungamento del pianto dai tagli di potatura. Pianto che si è rivelato particolarmente abbondante e sul quale colonie di microrganismi hanno costituito questa sorta di gelatina arancione visibile anche a distanza.
Il problema, quindi, non è tanto sul risultato quanto sulle cause che lo hanno indotto.
In merito al fenomeno del pianto a livello fisiologico è un processo conseguente i tagli di potatura invernale e le ferite aperte che stentano a chiudersi. È un problema tipico e ricorrente ogni anno nei vigneti. Non lo si riscontra nelle viti selvatiche sia in quanto non soggette a potatura sia perché affrontano il germogliamento con il corretto equilibrio tra la massa vegetativa e quella radicale. Nel caso del vigneto, invece, questo non accade. Ai vasi linfatici aperti si accomuna un flusso linfatico proporzionato allo sviluppo dell’apparato radicale ma non a quello della chioma, che è stata ridotta dal potatore.
Bisogna quindi attendere che tali ferite si chiudano spontaneamente, che il pianto cessi e, conseguentemente, si avvii il germogliamento.
Può accadere che in alcune annate e per talune viti, il pianto appaia notevolmente superiore all’ordinarietà e che si prolunghi parecchio nel tempo, anche dopo l’avvenuto germogliamento. Su queste colate continue di linfa ricca di varie sostanze, tra cui sali minerali e ormoni, si possono sviluppare popolazioni microbiche di notevoli dimensioni.
Nell’ambito di un vigneto, può accadere che il fenomeno si osservi solo su alcune piante o in limitate aree. Un’interpretazione possibile del fenomeno è che dette viti abbiano sofferto più delle altre di fattori ambientali, come ad esempio il clima molto rigido del passato inverno, e questo abbia indotto squilibri fisiologici o lievi danni alle strutture delle piante di modo che esse presentino maggiori difficoltà ad arrestare spontaneamente il flusso linfatico dalle ferite. È stato infatti notato che, in queste, il periodo del pianto è assai più prolungato e così l’abbondanza.
Al di là delle cause esogene, inoltre, non è da scartare una certa predisposizione fisiologica propria di alcuni biotipi rispetto ad altri.
Edoardo Monticelli