LE QUATTRO REGOLE DELLA POTATURA VERDE
La potatura verde manuale predispone la vite a sviluppare nel migliore dei modi la massa di vegetazione e la crescita dei grappoli.
Sono operazioni semplici, che tuttavia richiedono esperienza e conoscenze basilari della fisiologia della pianta nei successivi momenti fenologici cui è riferito l’intervento.
Prima regola: un solo germoglio ad ogni nodo.
Accade sovente che dalla stessa gemma si originino due germogli. Ciò è dovuto al fatto che al suo interno vi sono tre apici vegetativi: uno principale e due secondari. Questi ultimi costituiscono un elemento di scorta che in natura si attiverebbe solo nel caso in cui il principale fosse non efficiente. Nel caso della vite potata, l’esuberanza vegetativa iniziale induce il risveglio di più apici che si contendono la dominanza apicale.
L’eliminazione dei germogli doppi è già una pratica normalmente in uso. Normalmente la vigoria dei due è differente, proprio perché la morfologia stessa della pianta prevede più opportunità ma in successione tra di esse.
Seconda regola: operare la sfogliatura alla base dei germogli sulle viti troppo vigorose e sui germogli che tendono a svilupparsi di più.
Quando i germogli hanno raggiunto la lunghezza di circa 20 – 25 cm, l’asportazione delle due foglie basali può in molti casi indurre più effetti positivi. Rallenta lo sviluppo vegetativo (importante per alcuni germogli), in quanto quelle foglie costituiscono circa il 60% dell’intera massa fotosintetizzante, permettono il migliore arieggiamento dei grappoli quando saranno verso la maturazione e la buona circolazione dell’aria è di beneficio per la fecondazione dei fiori.
L’opera di sfogliatura primaverile è particolarmente indicata nei vigneti eccessivamente vigorosi e dove si verificano frequentemente scarsi livelli di fecondazione.
Se in quest’epoca stagionale fosse già evidente una certa difformità vegetativa tra i germogli dello stesso capo a frutto, sarebbe utile effettuare la sfogliatura solo su quelli molto vigorosi che tendono a sovrastare gli altri.
Terza regola: il carico dei grappoli uniformemente distribuito sul capo a frutto
E’ estremamente importante che la quantità di grappoli sia distribuita sulla lunghezza dell’intero capo a frutto. Così facendo i singoli grappoli potranno essere meglio nutriti, accrescersi con maggiore regolarità e nelle medesime condizione di insolazione ed arieggiamento.
Ne deve conseguire nell’ambito della vite un carico di produzione per germoglio il più uniforme possibile, indipendentemente dalla loro vigoria iniziale.
La qualità della maturazione, infatti, deriverà principalmente dall’epoca uniforme di completamento tra tutti i grappoli. Grappoli ben formati e posti alle medesime basse collocazioni sui germogli fruttiferi garantiranno l’omogeneità attesa.
La vigoria dei singoli getti, pur se sempre auspicabile, non è condizione prioritaria, poiché la sua riduzione in alcuni è derivata dalla competizione da parte dei vicini e non un caso di reale sofferenza.
Quarta regola: Assecondare l’uniforme sviluppo dei germogli con la pratica manuale della cimatura
Quando il germogliamento è oramai ben avviato, nel caso in cui fossero ben manifeste differenze di sviluppo tra i vari germogli (alcuni lunghi 70 – 80 cm ed altri 30 – 40 cm), sarebbe opportuno rallentare lo sviluppo dei primi e soprattutto ostacolare la loro azione negativa verso i germogli più piccoli.
Nel corso della seconda fase di crescita del germoglio, sono più evidenti le parti di cui si compone sulla sua lunghezza. Si distinguono così una parte basale completamente formata e riconoscibile per la sua consistenza rigida, dall’apice, che risulta ancora molto tenero, esile e flessibile. Quest’ultimo è il luogo ove avvengono intense attività per l’ulteriore crescita dell’asse vegetativo del germoglio stesso, sovente a discapito di quelli più vicini.
L’asportazione manuale dei soli apici dei germogli più sviluppati non reca danni e ne determina il loro temporaneo arresto, a favore di quelli ancora meno sviluppati. Si può favorire così la crescita più regolare della vegetazione.
Edoardo Monticelli