LA FOTOSINTESI MOTORE ESSENZIALE
La luce
La luce agisce nei confronti della vegetazione in più modi. L’attività fotosintetica avviene a seguito dell’illuminazione delle foglie. Tanto più, quindi, l’intera spalliera è ben illuminata, tanto più potranno essere sintetizzate dalle piante le sostanze a loro necessarie. Gli organi vegetativi, ben esposti alla luce, hanno tessuti più consistenti, robusti e meno suscettibili alle malattie. Infine, la modalità di crescita, dei germogli ben esposti alla radiazione solare è ben differente da quelli in ombra immersi in una vegetazione troppo fitta.
In relazione alla posizione delle foglie sui germogli, poi, vi è una differente potenzialità operativa. La massa fogliare adulta, sebbene di seconda formazione, situata al di sopra della fascia dei grappoli è quantitativamente la più abbondante e, nel suo insieme, quella da cui proviene la maggior quantità di elaborati.
Il palizzamento dei germogli
La vite, allo stato spontaneo, tende a crescere in varie direzioni, a seguito del suo particolare portamento sarmentoso. Nella vite coltivata, l’affastellamento dei germogli, la loro incontrollata competizione e la particolare vigoria di crescita influiscono negativamente per:
- l’irregolarità delle tappe fenologiche
- la minore attività della massa vegetativa nei confronti della luce
- la maggiore predisposizione agli attacchi dei parassiti
- le influenze sulla qualità della produzione.
L’assetto verticale di ogni getto, oltre la migliore vigoria, garantisce la perfetta distribuzione della vegetazione. I grappoli risultano ben distribuiti lungo il capo a frutto e le femminelle hanno la propensione a crescere in modo ordinato lateralmente alla spalliera. Questo riguarda soprattutto le femminelle che si accrescono più tardi, poiché inizialmente è ancora così forte la vigoria impressa dalla pianta che esse tendono a crescere verticali, senza flettere verso l’esterno.
FOTO: il corretto palizzamento permette alle femminelle di uscire uniformemente dal filare ed essere così esposte alla cimatura corretta.
La qualità della vegetazione
La massa verde delle viti coltivate può essere suddivisa in quattro tipologie:
- vegetazione sviluppatasi in pieno sole all’esterno della spalliera
- vegetazione cresciuta all’interno e meno esposta alla radiazione solare
- vegetazione adulta (foglie che hanno superato i 30 giorni di età)
- vegetazione giovane ancora in formazione.
Ogni tipologia è caratterizzata da peculiari comportamenti, specifiche capacità di sintesi e differenti livelli di resistenza ai parassiti. La principale finalità del corretto palizzamento è quindi attenuare tali difformità.
La gestione della massa verde diviene così fondamentale al fine di assecondare nel migliore dei modi la piena potenzialità fotosintetica, da cui deriva la corretta evoluzione fenologica, che di per sé risente già molto dell’andamento climatico stagionale.
FOTO: le foglie coetanee espletano la migliore efficienza della fotosintesi. La sommità del filare sovente diviene elemento di consumo degli elaborati e ricettacolo per alcuni parassiti.
Fattori influenti sulla capacità fotosintetica
I principali fattori che influiscono sull’intensità fotosintetica sono il clima, l’illuminazione, l’equilibrio della nutrizione e l’età degli organi fotosintetizzanti. Con il crescere della temperatura, varia l’intensità fotosintetica che raggiunge il suo valore ottimale in prossimità dei 30°C; quando detto valore è superato, essa diminuisce.
Alla soglia dei 35°C, l’attività si interrompe a seguito della chiusura degli stomi.
Il risultato fotosintetico complessivo di ogni pianta, quindi, dipendente dalla qualità della sua massa vegetativa, che dipende dall’età media del fogliame (espressa in giorni), dal vigore e dalla forma di allevamento.
Un ulteriore fattore importante favorevole è l’uniforme esposizione delle foglie all’irraggiamento solare, senza raggiungere d’estate l’inibizione indotta dalle troppo alte temperature.
L’aspetto che invece nel vigneto gioca a sfavore è l’eterogeneità di età tra le foglie.
Come tutti gli organi, anche la foglia deve avere una prima fase di sviluppo per poi assolvere pienamente le sue funzioni. È stato sperimentalmente valutato che fino al conseguimento di almeno un terzo della loro superficie finale, le foglie utilizzino più sostanze di quante ne possano produrre. Orientativamente, il tempo di pieno sviluppo, cui vi è la massima attività, è di circa 30-40 giorni. Solo quando le foglie iniziano a essere autonome per il loro sostentamento si può parlare di bilancio energetico positivo.
È stato ancora rilevato come il germoglio privo di grappoli fotosintetizzi meno rispetto agli altri.
Edoardo Monticelli