I PARASSITI NEL VIGNETO

I parassiti nel vigneto

In natura, i rapporti che intercorrono tra gli esseri viventi sono molto vari affinché essi possano adattarsi alle situazioni ambientali in continua trasformazione. Il fine fondamentale è la nutrizione, sovente di un organismo a discapito di un altro. L’aspetto della riproduzione è poi di altrettanta importanza in queste relazioni.

Il fatto che esseri di uno stesso ambiente possano avvalersi l’un l’altro per la propria sopravvivenza è un elemento insito nelle regole della natura. È tuttavia da sottolineare, che l’azione di ognuno di questi non può essere negativa alla presenza numerica degli altri esseri. Differentemente da tale circostanza, molte specie, o per meglio dire molti anelli della catena alimentare sarebbero destinati a scomparire. In un ambiente naturale, pertanto, è difficile parlare di un vero e proprio parassitismo in cui un organismo o una popolazione possa soffrire a tal punto da rischiare la sua eliminazione.

Non è così nell’ambiente coltivato che, semplificato per le esigenze colturali e produttive, è divenuto esposto all’alterazione dei sopracitati equilibri.

Le regole biologiche sono rimaste le stesse ma non quelle che sono state imposte all’ambiente.

Le normali relazioni tra esseri viventi sono divenute in molti casi vere e proprie azioni di parassitizzazione con danni potenziali anche elevati, fino talvolta alla morte delle piante.

Il vigneto è un luogo fortemente trasformato dall’uomo. Ogni essere, animale o vegetale, che viva in qualche modo a spese della vite, può così essere considerato un parassita almeno potenziale, per la cui diffusione massiccia e conseguente soglia di danno concorrono più fattori. Tra questi, i più importanti sono:

  • la condizione vegetativa e morfologica delle piante
  • i caratteri propri di resistenza diretta
  • i caratteri di resistenza indiretta del vegetale.

Altrettanta importanza e da attribuire a:

  • l’inoculo del parassita nell’ambiente
  • la densità della sua popolazione
  • la virulenza e le condizioni climatiche stagionali
  • le caratteristiche di predisposizione del luogo.

Riguardo alla condizione vegetativa delle piante, è da sottolineare che i principali parassiti si alimentano sulla massa verde della vite. La densità e le caratteristiche di quest’ultima la rendono pertanto più o meno appetitosa e nutriente. Quando la vegetazione è particolarmente ricca ed esuberante, vi può essere anche un effetto sull’incremento della loro fertilità la popolazione cresce così ancor di più. A questo riguardo, si osservano differenze tra le piante in età giovanile e quelle ormai vecchie, tra le piante poste in ambienti fertili di fondovalle e quelle site in luoghi aridi dai suoli poveri. Circostanza analoga è anche per i grappoli. Ben note sono le differenze di resistenza ai marciumi in relazione alla cultivar, alla forma del grappolo, alla sua compattezza e all’epoca della piena maturazione.

I caratteri di resistenza diretta consistono nell’azione propria della pianta contro il parassita. Sicuramente queste difese non garantiscono l’immunità, ma possono essere considerati elementi di parziale ostacolo all’invasione del parassita. Può ad esempio essere la consistenza dell’epidermide della foglia e la qualità dello strato cuticolare ceroso che la riveste. All’interno dei tessuti sono presenti barriere di arresto, dalla differente efficacia in relazione al parassita.

La resistenza indiretta si manifesta invece attraverso la poca attrazione o interesse che quel particolare biotipo vegetale può suscitare verso il parassita. È evidente come su differenti biotipi appartenenti ad un’unica specie si evidenzino livelli di diffusione del parassita vari.

Segue poi la densità della popolazione del parassita. Quest’ultimo aspetto è determinato da due fattori: l’inoculo e le condizioni climatiche invernali che ne possono avere ridotto la popolazione oppure no. Essendo poi questi esseri dotati di elevatissima prolificità, le condizioni ambientali successive ne selezioneranno i biotipi più resistenti. In primavera, all’inizio del nuovo ciclo vegetativo, l’aggressione al vigneto può avvenire con differenti livelli numerici.

La virulenza che si manifesta è condizionata dall’andamento climatico del momento. Gli individui che hanno superato l’inverno costituiscono solo il primo fronte dell’evoluzione dell’attacco. A seguito di questo si succedono più cicli di propagazione, volti a costituire una popolazione il più ricca possibile. Trattandosi come già detto di organismi semplici e delicati, detta evoluzione è sempre molto condizionata dal clima del momento. Per gli acari, ad esempio, la pioggia intensa che colpisce i giovani ha su di essi un’azione devastante riducendone in modo consistente il numero. La stessa pioggia può invece essere favorevole in quel periodo stagionale a vari parassiti fungini: tra di essi, la Peronospora.

Rimane infine l’aspetto della predisposizione dell’ambiente in cui è il vigneto. Questo può considerarsi un importante elemento della prevenzione da prendere in grande considerazione a livello agronomico.

Edoardo Monticelli

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