I GRAPPOLI E LA TEMPERATURA
La temperatura dell’aria è un fattore ambientale di notevole importanza per le piante. Le sue variazioni stagionali condizionano le fasi fenologiche dei vegetali.
Ovviamente, nell’ambito della biologia la casistica è molto varia: particolarità delle annate, soglie minime e massime, livelli di sensibilità delle singole specie vegetali o per esse le temperature ottimali.
Anche nell’ambito dei singoli organi, quali germogli, fiori, frutti, ad esempio, i valori delle soglie mutano.
Nel caso della vite e dei grappoli nella fattispecie, il tema è ancora più complesso. La crescita dei frutti, infatti, è articolata nella prima fase erbacea e nella successiva della maturazione vera e propria. Due momenti fisiologicamente non confrontabili, che sono caratterizzati da condizioni esterne e sensibilità differenti.
In entrambe le realtà, il benessere fisiologico delle piante è fondamentale per la buona resistenza dei grappoli alle temperature estive troppo elevate.
È quindi necessario premettere che la cura della vegetazione dall’avvio del germogliamento fino al suo arresto a fine luglio è basilare anche per questo aspetto. Prioritarie sono le potature verdi, tempestive e contenute, magari anche più frequenti, che favoriscano la formazione di una massa vegetativa adulta e il più possibile coetanea.
Ustioni dirette sui grappoli
L’azione della temperatura sui grappoli ancora verdi è ben nota per le classiche ustioni da parte del sole, magari in grappoli molto esposti o scoperti dalla vegetazione con le opere di sfogliatura.
Gli alessamenti prima e poi il disseccamento degli acini più esterni ne sono il risultato.
Una conferma della stretta relazione esistente tra la resistenza dei frutti ancora verdi e il benessere vegetativo si può avere osservando differenti realtà di vigneti. A parità di condizioni ambientali, e di vitigno, i livelli di disseccamento degli acini si ripartiscono in una grande varietà di casi, tra i quali più evidenti appaiono le percentuali di danno, la collocazione sui grappoli delle ustioni, il disseccamento dei racimoli o di parte del rachide.
Imputare tutto questo all’irraggiamento diretto del sole è molto riduttivo e poco realistico. Pur rimanendo l’esposizione diretta una causa importante, la principale responsabile è tuttavia la temperatura dell’aria e il maggiore o minore livello di resistenza ad essa da parte dei grappoli.
L’azione della temperatura
Al riguardo, gli effetti si differenziano notevolmente tra i singoli vigneti, evidenziando così la stretta relazione tra il benessere vegetativo fisiologico e la predisposizione dei frutti al patimento.
Non è infatti difficile osservare che in alcune realtà i disseccamenti sono assai limitati, mentre in altre estesi anche agli interi grappoli, sebbene questi ultimi coperti dal fogliame. Talvolta, gli acini coinvolti possono essere sia interni sia esterni dell’infruttescenza.
Il colore verde più intenso delle foglie, la buona dimensione media delle stesse, unitamente alla densità della massa vegetativa sono gli elementi che delineano la maggiore resistenza.
Più suscettibilità alla temperatura, per contro, si osserva nei vigneti con minore benessere vegetativo, foglie mediamente più piccole e di minore efficienza fotosintetica. In questi casi, infatti, i danni si rilevano con frequenza anche sui rachidi, su interi racimoli e sui frutti sebbene apparentemente protetti dalla vegetazione.
Questo non toglie che su viti definibili strutturalmente meno sensibili, i grappoli sviluppatisi costantemente all’interno del filare ed esposti con la sfogliatura tardiva all’azione diretta del sole non incorrano nei noti danneggiamenti. La predisposizione delle singole infruttescenze è infatti differente in ragione di come queste si sono sviluppate: alla luce o schermate.
La maturazione dei grappoli
La seconda fase di formazione del grappolo, quella della maturazione vera e propria, è anch’essa sensibile alle temperature elevate.
Gli effetti negativi si manifestano sotto due aspetti.
I frutti in maturazione, quando esposti costantemente a temperature che superano indicativamente i 30°C sono soggetti ad una riduzione delle sostanze caratterizzanti la loro qualità enologica: pigmenti e aromi tra quelle fondamentali.
Il secondo aspetto è riferito soprattutto alle realtà di vigneti dove vi è un anticipo della maturazione dei frutti. Ricorrenti sono i casi delle esposizioni più solatie, quelli di carenza di acqua per la superficialità dello strato attivo di terreno, o i casi di vigneti molto vecchi in cui la vigoria tende a decrescere.
In questi casi, è possibile giungere in certe annate alla perdita del raccolto. I frutti subiscono prima la disidratazione e poi il totale disseccamento.
Prevenzioni colturali
Le cure colturali di prevenzione non sono molte. Quanto già espresso in merito alla cura della vegetazione ha certamente il valore prioritario. È tuttavia ancora da annotare come uno strato erboso, quale buona copertura del suolo, riduca notevolmente l’incidenza dei danni, sia per frequenza sia per quantità.
Utile, inoltre, è diversificare il microclima. Aree pur piccole ma presenti nel vigneto, dove le temperature siano notevolmente inferiori (zone di ombra, alberi isolati o piccoli assembramenti arborei), determinano continui movimenti di aria, importanti per contenere l’eccessivo accumulo termico dell’aria nelle superfici assolate.
Edoardo Monticelli