MODELLI PER LA BIODIVERSITÀ DEL VIGNETO

La biodiversità tra i vigneti

Il termine “vigneti oasi” assume significato proprio perché questi costituiscono un elemento di interruzione dell’omogeneità del territorio, divenendo dispensatori di varietà biologica per gli appezzamenti circostanti.

Un tempo, ai vigneti era abbinata la presenza di alberi, alcuni cresciuti da seme sulle testate dei filari e successivamente mantenuti dal viticoltore, altri consistenti in piante da frutto appositamente piantati.

Si realizzavano così ambienti con una certa biodiversità, sebbene allora non vi fossero attenzioni specifiche per gli equilibri dell’ambiente. Le relazioni tra i fattori biotici erano tuttavia più prossime alle condizioni spontanee di quelle che si rilevano oggi.

Ora, i dettami della razionale e moderna viticoltura ne rappresentano un ostacolo.

Considerando l’omogenea ed elevata dimensione di ininterrotte superfici di vigneti, sia a livello di singole unità vitate sia di territorio, ne è derivato un notevole impoverimento della biodiversità vegetale e, conseguentemente anche di quella animale.

L’eterogeneità di microambienti determina anche differenti microclimi, con valori di temperatura e umidità in contrapposizione gli con gli altri.

Ogni singola piccola realtà diviene così una sorta di ambiente unico, magari idoneo per la riproduzione e il rifugio, quando le condizioni nel vigneto divengono insostenibili.

OASI spontanee di Rifugio

Quando in prossimità delle aree vitate sono presenti siepi naturali, gruppi di alberi o piccoli assembramenti boschivi, essi stessi costituiscono elementi idonei a tutelare la biodiversità.

La loro costante cura diviene così un fattore essenziale per l’ambiente coltivato.

In assenza di tali realtà, è di utilità costituire piccole unità vitate, quali insediamenti artificiali da inserire nel contesto di territori estesi vitati, che possano divenire luoghi di attrazione di fattori biotici più diversi.

Vigneti OASI – Siepi tra i filari

Il progetto di questo vigneto OASI è stato concretizzato molti anni or sono, con la collaborazione di Istituti di Ricerca, al fine di rilevare in tempi successivi quale fosse l’efficacia per incrementare la varietà di popolazioni di insetti.

In questi impianti sono inserite presenze vegetali differenti e in equilibrio con il vigneto. Esse possono consistere in alberi oppure tratte di siepi all’interno degli stessi filari. L’intento è rendere l’ambiente più eterogeneo, vario di specie e di tipi di vegetazione. Le specie arbustive adottate sono state appositamente selezionate, in modo che non recassero danno alla vite e che non ne ostacolassero le normali operazioni di coltivazione. Associate ad esse, inoltre, vivono numerosi Artropodi fitofagi e quindi i loro relativi predatori. Sovente, insetti e acari fitofagi che nel vigneto possono essere considerati parassiti sono particolarmente vincolati ai vegetali di cui si nutrono. Non accade così o per pari entità per i loro predatori, tendenzialmente più polifagi.

Il vigneto Oasi concorre così per la definizione di un migliore equilibrio all’interno di altre superfici limitrofe.

 

I colori, la fioritura, le fruttificazioni e la differente densità della chioma sono poi un efficace richiamo per l’avifauna che contribuisce così positivamente alla ricchezza biologica del luogo.

Le ricerca delle specie vegetali opportune ha anche tenuto conto, oltre gli aspetti sopra citati, anche del possibile adattamento a formare tratte di siepi tra i filari.

Alcune tra le specie arboree più comuni e idonee potrebbero essere:

  1. Prunus cerasifera Ehrh.
  2. Buxus sempervirens L.
  3. Corylus avellana L.
  4. Acer campestre L.
  5. Rosa spp
  6. Rubus fruticosus L.
  7. Salix viminalis L.
Vigneto OASI con numerose specie arboree allevate a siepeParticolare delle siepi in primavera

Vigneti OASI – Nidi artificiali

Altra opportunità per tutelare la biodiversità in viticoltura è l’installazione tra i filari i nidi artificiali per uccelli. Il fine è accrescere in questi ambiti il livello della biodiversità, obiettivo da non confondere con la frequente opinione che essi possano contenere il livello di popolazione degli insetti parassiti della vite.

L’aspetto realmente positivo è invece nel valore delle differenze biologiche, con tutto ciò che questo comporta a livello di funzionalità ambientale.

 

Le cassette-nido non sono collocate in prossimità delle vie di frequente passaggio, ma all’interno dei vigneti, là dove gli animali dovranno acquisire l’opportunità della nidificazione.

L’idea del nido artificiale deriva dalla conoscenza che in ogni specie animale l’istinto di protezione della prole è prioritario. Nel caso degli uccelli (esseri già di discreta evoluzione) gli adulti sono particolarmente attratti da ciò che in natura offre le migliori condizioni di protezione per l’allevamento dei loro piccoli.

Manufatti a regola d’arte con le migliori caratteristiche divengono così di grande attrazione e facilmente sono occupati.

Anche in questo caso, quando le superfici sono molto estese e impoverite di biodiversità, conviene predisporre un’area circoscritta (OASI) dove si installano in maggior numero i nidi artificiali, al fine di offrire l’opportunità ai piccoli volatili di scegliere ciò che per essi è di maggior gradimento e nel contempo di insediarsi in maggior numero. Anche il successivo interesse per le superfici limitrofe sarà così agevolato.

Non è insolito, infine, trovare nidi naturali all’interno della vegetazione, come già accadeva un tempo per alcune specie di uccelli.

Edoardo Monticelli

Cinciarella durante la cova nel nido artificialeVigneto OASI per la diffusione dell'avifauna nei vigneti

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